ESERCIZI DI PICCOLA FOLLIA (Appunti d' Ininterrotto Viaggio)
Uno studio sul disegno infantile trasferito all’ esercizio quotidiano in chiave di sperimentazione della velocità del segno e degli esiti della casualità grafica.
Impercettibile, ma sempre presente, il segno “colto” gioca con lo scarabocchio per divenire una ricerca autentica rivendicata dall’ arte.
L’ “avvolgimento” del segno insegue la velocità dell’ idea in cui domina la coscienza sdoppiata e partecipante di un linguaggio affettivo che si collega alla conoscenza della realtà al pari della fantasia. Due mondi uniti e dissociati. L’ uno subisce le funzioni dell’ altro e nessuno dei due mondi ha il potere di annullare l’ altro.
L’ esercizio quotidiano della “piccola follia” è racconto esilarante senza freni, storia “altra” del “mondo” per mutazione avvenuta, conquistata libertà del segno e del pensiero. Non il disegno animato o il fumetto, subito nettamente fantastici, in quanto passanti sotto la giustificazione del sogno, ed entrando perciò nel circuito razionale; non l’ ossessione verso l’ assoluto o il divinatorio e la confessione di appartenere a questa terra; nessuna intenzione di fare apparire "bello" qualcosa.
Al pari di un cammino disinibito tra il sogno della purezza, il ricordo cullato del divertimento libero dell’ infanzia e l’ impossibilità per l’ adulto di farvi ritorno, questa ricerca diviene dialogo mediato tra la conquista del gioco al posto della realtà e la visione del mondo, adulta.
Una versione del mondo spogliato delle sue funzioni razionali e dell’ atteggiamento estetico, tale che la magia si dispiega liberamente. Era chiusa in un sacco legato, nel mondo oggettivo, ora è disciolta.