Gianluca Bocchinfuso, recensione pubblicata su IL SEGNALE Percorsi di Ricerca Letteraria, n. 80/2008
DENTRO ALLE FONTI ARTISTICHE DELLA POESIA DI MARINELLA GALLETTI - Avvicinandosi a questa prima raccolta poetica di Marinella Galletti si scopre subito la sua vocazione artistica, legata all’ arte visiva e all’ immagine che tiene in esercizio quotidianamente come docente e come pittrice.
In effetti, il primo elemento che cattura di queste poesie è la simmetria e il layout che l’ autrice sceglie di dare alle sette sezioni che compongono il libro. Puntualizziamo, però, che la simmetria della Galletti non è esercizio geometrico svuotato di senso poetico: è invece equilibrio di parola e di spazio –“Non ho cognizione di / spazio lo impongo lo / tengo esibito nell’aria / distesa e discesa di sotto” (p.11) – di pronunciamenti e di silenzi che danno pieno corpo ai significati e ai suoni. I rettangoli che racchiudono i suoi versi – apparentemente spazi chiusi, uniformi e statici, sono itinerari di movimento e di ricerca che s’ incrociano armonicamente con l’ eterogeneità euritmica del tutto. In ciò si coglie la libertà della sua parola che diventa volume percettibile, carica di dinamismo e di segni interpretabili: “Nel sereno, eppure / nel vago languire / della sera e presto / della notte il fitto./ Nel sottile. Ed ora / nel dialogo intimo / attratto di molti / pensieri. Io resto. /In cammino fino / all’alba” (p.23).
La Galletti coglie l’ essenza delle cose nel loro eterno mutamento: le forme non sono mai date e diventano altro rispetto a quello che abbiamo già sperimentato e conosciuto. Ecco il fiore assume significati che vanno oltre la sua essenza naturale e racchiude altre verità, certamente finite, ma da catturare e da tenere insieme: “Comprendo le forme / corolle sul corpo sul / corpo di steli del fiore” (p.11); “Resisto ed è / perché esisto respiro / nei riverberi dei fiori / di campo e di verde. / Esisto nel fiore e nel / suono dell’ acqua / nel vasto del lago” (p.13).
C’ è nei versi di questa autrice l’ intento di comunicare la cangiabilità della materia che disegna spazi e segmenti ma non può rimanere ancorata a fenomeni prestabiliti e prefatti. Il pensiero gioca un ruolo preminente e scatena l’ immaginazione che non si ferma mai, procede nelle sue rappresentazioni mentali e lascia tasselli che evolvono nel tempo e si arricchiscono delle nostre interpretazioni. Si rinforza la creatività della Galletti, la sua continua ricerca di comprendere spazio e tempo oltre i “ruoli” originari a loro assegnati, quasi fino a confonderli: “Procedi, / sei assimilato al / corpo che tieni./ Anticipando un / secondo, giunge/ l’ attimo, prima / che un tragitto / sia il cammino./ E confondo con / il tempo ciò che/ è propriamente / dello spazio. Del / prolungamento, / degli arti estesi / sulla via, non ne / ho il senso. Vai! / Abbracciando la / strada sulla scia / dei tuoi disegni: / la partenza è un / arrivo” (p. 21). Le due categorie spazio-temporali si sposano quindi con l’ istinto di interpretazione e di manipolazione della realtà e della forma che ha l’ autrice: la sua impronta di appassionata e studiosa dei arti visive viene fuori in tutta la sua forza e pregnanza anche in queste poesie. Sono echi di tempo e di spazio mai incastrati dentro recinti prestabiliti e unici. Per questo la poesia della Galletti affascina, perché chiede una libera interpretazione e una scoperta quotidiana che non rimane mai data per sempre.