Franco Patruno, dialogando con Lola Bonora e Daniele Biancardi (allora Assessore alla Cultura di Bondeno), in occasione dell’ inaugurazione di COROLLE GIGANTI, Aprile 2000
Alcuni giorni fa, nel mio studio a Casa Cini, ero con Lola e Marinella, parlavamo del tuo modo (Marinella) di costruire le storie, le vicende, oserei dire gli intrecci. E tu, guardando verso l’ alto… Quando parli dei tuoi lavori, guardi un punto immobile nello spazio…Si vede che cominci già a costruirli!...Hai “ricostruito” il processo che ti porta alla realizzazione di queste opere.
Uno potrebbe credere che tu progetti tutto dall’ inizio alla fine. Sì, in parte è vero. Però, c’ è un’ iconografia della tua mente (oserei dire del tuo sogno) che precede il progetto e in qualche modo già muove la mano ancor prima che la mano di fatto cominci a manipolare la carta…con gli interventi che seguiranno.
Mentre guardavamo la scenografia delle opere nella prima sala (Daniele, tu hai qui nella Rocca un paradiso ambientale che dà la possibilità agli artisti di interpretare gli ambienti, e gli ambienti interpretano le opere)…Vedendo quelle scenografie ho capito che i piccoli disegni delle tue storie diventano dei centri abitabili, degli spazi che stabiliscono delle relazioni con l’ ambiente, e occupano un possibile spazio della tua fantasia, oltre allo spazio nel quale le opere saranno abitate, o abiteranno…
Questo è molto bello perché non fa che rafforzare un’ ipotesi dell’ arte che in un grande filosofo, Shelling, è un’ affermazione nella quale credo sempre più. E’ proprio della storia costruita dagli artisti, il creare delle ipotesi di esistenza che ancora non abitiamo, non vediamo, ma che corrispondono non solo alle nostre attese, ma proprio quello che siamo e che ancora non si è sviluppato. In questo, credo, che siano le ragioni della tua creatività.