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TESTI DI MARA CINI, CLAUDIO DI SCALZO, FAUSTO GOZZI, LUCIANO NANNI, MARCO SCALABRINO

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Mara Cini per la raccolta inedita UN COMUNQUE PAESAGGIO
Finalista Premio Renato Giorgi 2001

Pubblicato su “Le voci della Luna” n. 17 giugno 2001 - Quadrimestrale di Informazione e Cultura Letteraria e Artistica

Percezioni acute/ attutite, proposte nella raccolta di Marinella Galletti con linguaggio frammentato, a sequenze visive molto articolate.
Sguardi rallentati, poi veloci (…dentro/ alla flebilità / di un comunque paesaggio), sguardi che ritornano su se stessi, immagini più che stringate (Cazzi e graffiti./…/Fermata d’ autobus deserta./…/ Attraversamento sul ponte), dintorni della mente, argini di fiumi rimandi alla natura. Forse alla campagna, rimandi, infine, alla più comune condizione urbana ben vestita come una città.
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Claudio Di Scalzo, recensione per DENTRO ALLE FONTI- opera vincitrice del Premio Lorenzo Montano 2006, racolta inedita

Pubblicata su Tellusfolio N 11/ 2006

…La dilatazione pop per fiori e volti assume la particella molecolare della mutazione e sembra che pistilli e occhi galleggino in un siderale scambio con la vista. Si aggiungono poi facce e mutevoli atteggiamenti nel colore e nella rotazione di vissuti ora stupefatti ora ironicamente distorti. In alcuni casi il segno approda al particolare di un angelo ripiegato su se stesso oppure in contorcimenti che sembra abbiano la consonanza con la parola che si modula in musica o semplicemente nel canto.
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Fausto Gozzi, "nota critica" pubblicata sul catalogo della mostra
Arte & Sport “Ideologia del cambiamento, libertà creatrice e individualismo”, 1989
Secondo Premio della Giuria Critica con l' opera "Logos Pathos Eros"
..."Sul versante dell’ ironia e della provocazione si pongono altri artisti come MARINELLA GALLETTI con “Logos, Pathos, Eros”, una specie di andirivieni fra riferimenti di tipo espressionista con forte carica erotica, accostati ad altri infantili di regressione grafica di tipo Pop"...
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Luciano Nanni, recensione per GLI STORMI NEL CIELO 

Pubblicato su Literary giugno 2011

La scrittrice ha saputo calarsi nella psicologia del protagonista in un romanzo o racconto diviso in cinquantaquattro (in lettere) capitoli con uno stile rapido, a volte di una sensibilità simbolica e linguistica: ‘La città si fonde con gli individui, creando nuova scenografia viaggiante’ (cap. 46).
La droga: per sfidare la vita? (cap. 34). È questo il punto: il rapporto tra l’io e l’esistenza come un unicum non ripetibile, la droga con significato di apparente libertà, invece luogo illusorio. Ne consegue la perdita di identità, quasi fosse una morte (cap. 51).
Si pensa di dominare e si è dominati (cap. 43), e tuttavia nella droga si rivela il senso di una rivolta che finisce nel non-senso, poiché si estingue prima o poi l’impressione di onnipotenza: ‘sei un dio’ (cap. 37). Poi c’è il mondo, cui comunque si appartiene, e la precarietà del tempo. Poi gli affetti familiari e gli amici: si può uscire dal tunnel.

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Marco Scalabrino, motivazione del Premio Fara Editore 2008, per l' opera Finalista Percezione dell' Esperienza d' amore
Una pièce 'teatrale' la cui sintesi, per squarci lirici formali mutuati da Apollinaire e dai Futuristi, sono la coscienza e la conoscenza di sé, «consistenza, materialità e psiche… in grado di leggere l’io profondo delle cose», e la progressione verso l’Amore, «conosco la sua casa, sento la sua voce, io e lui nella stanza. Qualcosa si compie e si consuma.
  

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