Le vivide Corolle policrome screziate di luce, di Marinella Galletti, per la struttura macroscopica ricordano Georgia O Keefe, per l’ accentuata vocazione POP. Si stagliano su strutture plastiche, fra design e scenografia, campendo lo spazio, a reclamare la nostra attenzione.
Come nella danza dei fiori dello “Schiaccianoci” di Chaikowski, questi fiori variopinti esigono un ruolo di primo paino, come protagonisti dell’avventura estetica.
Rammentano i “Fiori” della “Signorina Ida” di Andersen, instaurando rapporti prioritari, acquisendo autonomia di movimento. E sfilano suadenti, fluttuando leggiadri, marcando steli flessuosi, flautati nel vento.
E sembra di avvertire sinestecamente fragranze, colori, suoni e sapori di freschi umori come nella “Sagra di Primavera” di Stravinski.
L’impaginazione armoniosa delle strutture modulari, il taglio sapientemente cadenzato della disposizione di queste forme plastiche, in cui si insinuano i fiori giganti, renderebbero queste opere adatte alla scenografia…A latere, si avvicendano le immagini di un avvincente diario visivo, stilate con disinvoltura nonchalance, figurette aggraziate che si slanciano intrecciando danze e piroette mettendosi in posa dinanzi a un immaginario obiettivo, fino a stilare una galleria di personaggi.