Il famoso dipinto di Caravaggio, discussione attorno al tema FERITA NARCISITICA Marinella Galletti
Narciso, Caravaggio 1597-1599, olio su tela, Galleria Nazionale d'Arte Antica - Roma
immagine ribaltata
Il definito verismo pittorico di Caravaggio e l’ apparente semplice composizione simmetrica di questo dipinto ci conducono verso una lettura in cui cogliere, attraverso la cifra stilistica del grande pittore seicentesco, i profondi significati strettamente coincidenti con la forma.
Un fanciullo “ripiegato su se stesso” riconosce nella propria immagine, riflessa nell’ acqua, “altro da sé”, e se ne innamora. Caravaggio coglie del mito, narrato nelle “Metamorfosi” di Ovidio, il momento prima che Narciso comprenda la “realtà dell’ inganno”.
Da grande artista quale è stato, grande visionario di teatri e di scene in cui collocare luci radenti rivelatrici dei sentimenti, della fede e della condizione umana emergenti dall’ oscurità, in questo dipinto, Caravaggio opera la scelta di uniformare maggiormente la luce, accentuando l’ effetto plastico della figura.
Dal seminario “La ferita narcisistica e la ricerca della felicità”, tramite una nota su Christopher Lasch e il suo libro La cultura del narcisismo [1981], Salvatore Valvo spiega che cosa si intende per “cultura del narcisimo”. Afferma che, pur rappresentando, oggi, una definizione ormai “luogo comune”, Lash (per primo) l’ ha identificata con “l'era dei mass media e del benessere delle società avanzate, in cui la crisi dei valori e altre complesse trasformazioni sociali avrebbero letteralmente stravolto il significato dell'esistenza dell'uomo facendolo ... "ripiegare su se stesso".
La definizione “ripiegare su se stesso” è così calzante nell’ opera di Caravaggio: la forma, il giovane Narciso, viene a coincidere con la metà della superficie quadrangolare del dipinto, conformandosi ad essa: il fanciullo è ripiegato su se stesso, le braccia ad arco insistono sul filo di un’ acqua immobile. La particolare postura assunta dal fanciullo definisce uno spazio angusto, di cui avvertiamo come invadenti nella “nostra” realtà, al di qua del quadro, le anatomie prospicienti del fanciullo (il ginocchio destro, il braccio sinistro). L’ altra metà del dipinto è data dal riflesso di Narciso, identico e specchiato nell’ acqua. Una figura doppia e rovesciata come nelle carte da gioco.
Valvo, approfondisce il mito, affermando "... Narciso si innamorò della sua immagine solo dopo aver respinto l’amore di Eco. L’innamorarsi della propria immagine è interpretato nel mito come una forma di punizione per l’incapacità di amare. Ma chi è Eco? Se non uno specchio sonoro, potrebbe essere la nostra stessa voce che ritorna a noi? ..."
Lo “specchio” dipinto da Caravaggio “risuona” dell’ immagine riflessa, per quanto essa ci appare nitida, perfettamente simmetrica, ma le acque in cui specchiarsi non sono uno “spazio” limpido. Ribaltando il quadro, l’ immagine riflessa appare come una forza gravitante, avente peso e avvertita come superiore a quella del fanciullo. L’ immagine ribaltata risulta un corpo senza vita restituito dalle acque, anticipando la deriva, la morte di Narciso. “Il Vero e il Falso” appaiono esito del “Fato”, ma ineluttabile conseguenza del cammino interiore intrapreso.
Caravaggio sembra avere anticipato di secoli una lettura “psicodinamica” dell’ Io Narciso: “Il Sé vero e il Sé falso”, qui sono figurativamente immagine l’ uno dell’ altro, interscambiali.
"Narkè significa torpore. Infatti il Narciso è il torpore di chi insegue il miraggio di un ideale senza riuscire a vedere oltre i vapori delle sue fantasie di grandiosità..."
Valvo, citando Fairbairn, introduce la concezione secondo cui la psicopatologia narcisista è come “la scissione di un Io primario unificato e coeso che ha però bisogno di un oggetto gratificante e di una situazione ambientale favorevole”. Concezione che verrà ampliata da Winnicott defindeno tale situazione: “Il Sé vero e Sé falso ... perché il bambino cominci ad essere e a sentire che la vita è reale e degna di essere vissuta” (Gioco e realtà) ... deve esperire un ambiente affidabile fonte di quel senso di Sé progressivamente emergente che si manifesta come sentimento di essere vivi, d’integrazione e di personalizzazione. Ma se le situazioni esterne non sono favorevoli il bambino percepirà ogni esperienza come interferenza o sopruso...”
Citando Alexander Lowen, Valvo spiega: “I narcisisti operano una separazione o dissociazione dell’Io dal corpo, risultandone una personalità scissa in due, una attiva che osserva: l’Io, e una passiva l’oggetto osservato: il corpo... “; “ Il trattamento dei pazienti narcisisti secondo le tecniche bioenergetiche (Alice Miller) è diretto ad aiutarli a essere in contatto con il proprio corpo, a recuperare i sentimenti soppressi e a riacquistare l’umanità perduta. Per fare questo occorre ridurre le tensioni muscolari e le rigidità che impediscono ai sentimenti e alle sensazioni di esprimersi.”
La scelta di Caravaggio di sfruttare l’ intero spazio del dipinto per fare emergere Narciso e il “suo doppio” da un oscuro sfondo, corrisponde allo stile dell’ artista, ma è spiegata la particolare esigenza di far sentite la “rigidità delle braccia e della schiena”, nella posizione al limite tra “terra e acqua”, per farci sentire “il torpore”, l’ indolenzimento, “l’ impedimento” delle energie di esprimersi liberamente.
La capacità di “vedere” di Caravaggio, la maestosa regia con la quale riesce a “farci vedere” come a teatro, il nostro doppio, diviene in quest’ opera intimamente efficace, poiché qui è un’ immagine dipinta che guarda la propria immagine. Caravaggio amplifica il mito di Ovidio adattandolo alla cultura del suo tempo, ci mostra il limite, il rovescio, racchiuso nella vita stessa, introdotto tramite lo specchio; il tempo (inteso come “Fato” ), la caducità della bellezza insita nella vita, anticipatrice della morte; il doppio, il “ Bene e il Male” presenti in una sola pulsione, e l’ impossibilità per la vita di fluire davanti allo specchio che non potrà che restituirci il falso, in quanto a specchiarsi non è il soggetto, ma a sua volta è un’ immagine, un “falso”.
Con ciò, Caravaggio si avvicina potentemente alla visione clinica della “ferita narcistica” della moderna psichiatria.
Valvo: “Freud osservò che in origine il termine Narciso era riferito a quei soggetti che derivano una soddisfazione erotica dalla contemplazione del proprio corpo, ... atteggiamento che può essere riscontrato nella maggior parte delle persone, quindi pensò che il Narciso potesse far parte del normale decorso dello sviluppo sessuale ... Il problema è : se esiste una fase normale di narcisismo primario, come avvenga nello sviluppo patologico il fallimento dell’evoluzione da una fase di amore di sé (narcisismo primario) all’amore d’oggetto (diretto verso gli altri). E’ implicito in questo fallimento una mancanza che blocca la normale crescita.”
Alice Miller: “Spesso i genitori non danno un sostegno e un affetto adeguato disconoscendo e non rispettando l’individualità del proprio figlio, e al tempo stesso con la seduzione cercano di plasmare il bambino e di farlo corrispondere all’ immagine che se ne sono fatti.”